Il Cerro è un albero caducifoglio, appartenente alla famiglia delle Fagaceae. Il suo legno è molto utilizzato, in quanto è un ottimo materiale combustibile: è duro, ma non eccessivamente resistente.
Il Cerro può raggiungere altezze fino ai 35 metri e possiede una folta chioma di forma ovale, a tratti allungata, nel complesso compatta. Il tronco appare eretto e composto da una corteccia piuttosto dura, di consistenza spugnosa e dal color grigio cenere; se la pianta è adulta, la corteccia presenta, inoltre, numerose fessure.
Le foglie del Cerro sono caduche, dalla forma molto variabile. Alla nascita sono tomentose (ricoperte da una specie di peluria), poi, col tempo, diventano più opache e ruvide sulla parte superiore, restando una sottile e fitta peluria solo sulla parte inferiore. Come tratto distintivo rispetto alle altre querce, quest’albero è dotato di ghiande (della grandezza di 2,5 cm e color marrone-rossastro) coperte sulla sommità da un “cappuccio” legnoso formato da squamette arricciate.
Indice
Nome
Cerro (Quercus Cerris)
Ambiente
Il Cerro è originario dell’Europa sud-orientale e dell’Asia Minore. Nella nostra penisola, sono presenti boschi di Cerro soprattutto sugli Appennini. Quest’albero è molto diffuso tra i territori dell’Europa meridionale, dal piano sub-montano a quello sub-mediterraneo.
Temperatura
Il Cerro gradisce gli ampi spazi soleggiati, ma non è particolarmente adatto a climi eccessivamente ventosi. A tal proposito, soprattutto per le piante più giovani, è opportuno apporre dei tutori intorno al tronco, così che non venga danneggiato dalle correnti forti. Quest’albero è in grado di sopportare molto bene sia temperature rigide che periodi di siccità.
Mantenimento
Il Cerro va annaffiato regolarmente solo quando è nella sua fase giovanile o quando è stato messo da poco tempo a dimora. Nel complesso, agli esemplari adulti è sufficiente l’apporto idrico fornito dall’acqua piovana. Si consiglia, pertanto, di annaffiarlo sporadicamente (ogni 28-35 giorni); è importante che il terreno sia sempre completamente asciutto tra un’innaffiatura e l’altra.
La concimazione va effettuata ogni due o tre anni agli inizi della stagione primaverile, oppure agli inizi di quella autunnale. Il consiglio è quello di utilizzare dell’humus oppure dello stallatico, ma maturo. La sostanza va mescolata al terreno e poi sparsa ai piedi del Cerro.
Questa pianta cresce senza problemi su terreni argillosi e compatti, addirittura calcarei, tuttavia il terreno ottimale sarebbe uno di origine vulcanica, che presenti un ph sub-acido, sia profondo e fresco.
Moltiplicazione
Come per molte querce, anche per il Cerro la riproduzione avviene attraverso la semina delle ghiande. Una volta raccolte (meglio quelle già mature appena cadute dall’albero), vanno poste a radicare in un piccolo vaso (o contenitore) completamente ricoperte da terriccio universale misto a sabbia; le ghiande vanno posizionate in orizzontale, con la “punta” rivolta verso il centro del vaso. Questo va, poi, posto all’aperto in un luogo semi-ombreggiato e innaffiato con regolarità per mantenere il terriccio umido (poco prima della primavera si può procedere ad una maggiore irrigazione, essendo il periodo durante il quale le ghiande cominciano a germinare). Non appena dalle ghiande spuntano le prime radici, è bene trapiantarle in un vaso più grande, affinché abbiano lo spazio necessario per sviluppare l’apparato radicale. Inizialmente, la nuova pianta avrà un fusto molto debole, che crescerà orientandosi verso la luce: è buona norma, pertanto, ruotare il suo contenitore ogni giorno di 180°, affinché non cresca obliquamente (la frequenza di queste rotazioni potrà essere ridotta a mano a mano che il fusto si rafforzerà, ma andrà comunque effettuata fino a che la pianta rimarrà in vaso). La nuova piantina va tenuta al riparo dal vento e dalle piogge, ma soprattutto dal sole, che potrebbe seccarla; per quanto riguarda le innaffiature, bastano quelle necessarie a mantenere il terreno umido.
La quercia novella va tenuta in vaso, e curata come spiegato, per almeno due anni dalla sua germinazione, periodo trascorso il quale potrà essere messa a dimora nel terreno, durante la stagione autunnale.
Piccola nota da tenere a mente: per la scelta delle ghiande da seminare vi è un piccolo trucchetto per capire quali siano “buone” e quali, invece, da scartare. Una volta raccolte, immergetele in una ciotola abbastanza profonda con dell’acqua: le ghiande che rimangono a galla, oppure affondano ma restano in posizione verticale, sono da scartare, tutte le altre possono tranquillamente essere utilizzate (previo controllo che non abbiano buchi o crepe).
Avversità
Il Cerro è spesso soggetto ad attacchi fungini e parassitari. Si consiglia di compiere, almeno una volta l’anno, un trattamento preventivo sistemico così da prevenirne gli attacchi.
Saverio Pavone
Grazie per ciò che avete pubblicato. Sono contento per tutto quello che ho letto perché è aumentata la mia cultura. Grazie a voi, le tre piantine di Cerro che metterò a dimora a mt.500 di altezza, cresceranno Bene e gli scout che spesso vengono a campeggiare nel mio bosco di quercie conosceranno anche questo.
delio gaidolfi
Quando cadono le foglie del cerro?i
riccardo pugliese
a tarda primavera!
Riccardo
anna maria godino
IL MIO CERRO HA CIRCA 40 ANNI…HO FATTO FARE UN INTERVENTO DA UNA DITTA SPECIALIZZATA PER FERMARE LA CRESCITA…E QUAST’ANNP DOPO DUE ANNI EP FIORITO MOLTISSIMO…IMBIANCANDO A CIMA…UNO SPETTACOLO…
riccardo pugliese
Allora vi dirò come é successo che ho due Cerri nel mio oliveto.
Durante una supplenza in una scuola media noto che sono piantati all’interno del giardino della scuola alcuni cerri monumentali – ad Andria (Bt).
Era il 2008: ho raccolto alcune ghiande le ho poste in campagna sotto una grande pietra e, con mia sorpresa l’anno dopo erano spuntate entrambe…ora sono alti circa 3 metri.
In natura é tutto così semplice, a differenza degli umani.
Emilio Lolli
Buongiorno, grazie per questa bella presentazione! Volevo chiedere se la pianura della Romagna interna possa essere un habitat adatto al cerro. Un saluto a tutt*
Magda
Sto facendo una ricerca sui CERUTTI di Borgomanero ed ecco che mi appare il cerro come albero che ha dato origine a questo cognome. ???