La Belladonna è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Solanaceae, proprio come il pomodoro o la patata. È provvista di un fusto vigoroso e ramificato che va dai settanta ai centocinquanta centimetri; le foglie sono di forma ovale, ricoperte di peli ghiandolari da cui deriva lo spiacevole odore emanato dalla pianta. I fiori sono ermafroditi, di colore violaceo; mostrano un calice a cinque sepali e una corolla a cinque petali. I frutti sono delle piccole e nere bacche circondate dal calice che, nel pieno della maturazione, si apre a stella; pur avendo un sapore dolce e un aspetto appetibile, questi frutti sono fortemente nocivi: possono causare sete, vomito, forme di delirio e anche convulsioni o morte nel peggiore dei casi.
In passato, le donne ne usavano qualche goccia per rendere i propri occhi più grandi e luminosi, dilatando la pupilla e ottenendo così uno sguardo trasognato. Attualmente viene utilizzata anche nell’omeopatia, poiché si ritiene che le sue proprietà abbiano effetti terapeutici su diverse patologie: tonsilliti, febbre, cefalea e attacchi di delirio. Tuttavia, un dosaggio eccessivo può provocare tachicardia, allucinazioni, disturbi dell’accomodazione, secchezza e stati spastici.
Indice
Nome
Belladonna ( Atropa Belladonna )
Ambiente
La belladonna cresce principalmente in zone montuose, fino ad un’altezza di 1400 metri; predilige terreni ricchi di calcare e margini piacevolmente freddi e ombrosi della boscaglia. In Italia, la si può trovare tra i boschi delle Alpi o degli Appennini; in Sicilia, in cui è conosciuta col nome di “sulatra”, si può scorgere anche negli agrumeti.
Temperatura
In caso si voglia coltivare questa pianta, si può aggirare il problema del veleno, eliminando le bacche alla fine della fioritura; lo si può fare recidendo i gambi dei calici dei fiori.
Il suolo in cui viene piantata dovrebbe essere profondo e ben drenato, inoltre la sua consistenza non dovrebbe risultare eccessivamente acida. È importante, tuttavia, proteggerla dalla luce diretta del sole, soprattutto nelle ore comprese tra le dieci del mattino e le cinque del pomeriggio, se non si vuole rischiare di farla appassire. La fertilizzazione sembra non essere essenziale, ma se si vuole facilitare la germinazione, si possono utilizzare diversi trattamenti sui semi. Ad esempio, essi possono essere bagnati nell’aceto per circa cinque ore e, in seguito, lavati con acqua e piantati nel terreno. Si può utilizzare un fungicida per prevenire la presenza di funghi o scaldare il suolo per velocizzare la crescita della pianta.
La belladonna non è una pianta da tenere al coperto durante l’intero anno: nei periodi freddi, solo le radici si mantengono intatte per poi rinascere in condizioni più favorevoli.
Mantenimento
La belladonna non necessita di particolari cure; è auspicabile annaffiarla regolarmente, essendo una pianta che teme fortemente la siccità. Oltre a ciò, si potrebbe ricoprire il terreno circostante con foglie secche o di letame.
Avversità
In genere, la belladonna si presenta come una pianta molto resistente e di conseguenza non dovrebbe essere attaccata da parassiti o da malattie. E’ opportuno, tuttavia, avvalersi di un anti lumaca nel momento in cui le piantine iniziano a germogliare.
Giuseppe
Sono interessato all’acquisto di semi di cumino per coltivarlo.
Grazie
Saluti
Giuseppe